Quando una nuova famiglia si è trasferita accanto a noi, la straordinaria somiglianza tra la loro figlia e la mia ha fatto scattare in me una miriade di sospetti. Ho iniziato a chiedermi se mio marito stesse nascondendo qualcosa, forse un tradimento. Sentivo che dovevo affrontarlo, ma la verità che ho scoperto è stata molto più inquietante di quanto avessi immaginato.
Nel nostro giardino, Emma e Lily correvano insieme, come due girasoli gemelli inseguendo la luce del sole. Il suono delle loro risate creava un’armonia perfetta che, invece di scaldarmi il cuore, mi ha gelato il sangue.
Strizzavo gli occhi, cercando una differenza, qualsiasi minima cosa che potesse distinguerle. Ma sembravano esattamente la stessa persona: gli stessi riccioli dorati che riflettevano il sole, quel piccolo naso a punta e lo stesso sguardo birichino che brillava nei loro occhi.
L’unica differenza era che Lily era appena più alta di un centimetro.
“Heather?” La voce di Jack mi tirò fuori da quel torpore. “Stai bene? Sembri spaventata.”
Forzai un sorriso e risposi: “Sto solo riflettendo.”
Non dissi che il mio mondo perfetto stava lentamente sgretolandosi.
Jack mi guardò con un’espressione preoccupata, ma Emma si precipitò da lui, prendendogli la mano. “Vieni a spingerci sull’altalena, papà!” esclamò.
“Va bene, tesoro,” disse lui, senza però mostrare vera gioia mentre si lasciava trascinare verso il gioco dove Lily lo aspettava già.
“Posso andare io prima?” chiese Lily.
“Certo, poi tocca a Emma,” rispose Jack, aiutandola a salire sull’altalena.
Non potevo fare a meno di notare quanto fossero a loro agio insieme, come padre e figlia, e questo pensiero mi fece stringere lo stomaco.
Quella sera, dopo aver messo a letto Emma, mi misi a sfogliare vecchi album fotografici, sperando di trovare qualche somiglianza evidente con Jack, qualche dettaglio che giustificasse quello strano legame.
“Cosa stai facendo?” La voce di Jack mi fece sobbalzare.
Era sulla porta, con un’espressione confusa.
Chiusi l’album in fretta. “Niente, stavo solo ricordando.”
“Ricordando…” ripeté, aggrottando la fronte mentre guardava oltre la mia spalla.
Potevo leggere il dubbio nei suoi occhi, domande non dette, come quelle che io non osavo fargli sulle nostre nuove vicine.
I giorni passarono, trasformandosi in settimane, e i miei sospetti crescevano come erbacce in un giardino trascurato. Ogni sorriso scambiato tra Jack e Lily, ogni suo gesto nervoso parlando dei vicini, alimentava la mia inquietudine.
Una notte, esausta, affrontai Jack.
“Lily è tua figlia?” lo incalzai.
Le parole pesavano nell’aria, crude e definitive. Jack si irrigidì.
“Cosa?” Si voltò lentamente, sorpreso. “Heather, di cosa stai parlando?”
“Non fare il finto tonto. Le ragazze sono identiche. E tu ti comporti in modo strano da quando sono arrivati.”
La mia voce tremava. “Dimmi la verità. Hai avuto una relazione?”
Jack passò una mano tra i capelli. “È assurdo. No, non è successo niente. Ti ho promesso davanti a Dio che non ti avrei mai tradita.”
“Allora perché eviti di parlare di loro? Perché ti chiudi quando parlo di Lily?”
Abbassò lo sguardo. Il suo silenzio parlava più di mille parole.
“Non posso parlarne adesso,” mormorò, alzandosi.
“Jack, non andare via!”
Ma lui era già uscito, lasciandomi sola con i miei pensieri.
La mattina seguente trovai un biglietto sul comodino: “Partito per lavoro presto. Ne parliamo stasera.”
Tipico di Jack, evitava sempre i confronti.
La giornata passò in un torpore, con la mente che tornava sempre a Lily e a quella famiglia misteriosa. Nel pomeriggio, non ce la feci più.
“Emma, perché non vai a giocare con Lily?”
Lei corse felice fuori. Aspettai un’ora, poi bussai alla porta dei vicini con un sorriso da “mamma del quartiere.”
Il padre di Lily mi aprì, il suo sorriso vacillò vedendomi.
“Ciao, sei Heather, giusto? Piacere di conoscerti! Entra pure. Emma è nel giardino con Lily.”
“Potresti chiamarla, per favore?”
Appena lui si girò, cominciai a scrutare il salotto.
Foto incorniciate di Ryan e Lily con persone che condividevano il suo aspetto mediterraneo. La sua famiglia, presumo. Ma una cosa mi colpì: non c’erano foto della madre di Lily.